Gli attori del territorio e i Fondi Strutturali nella Programmazione Comunitaria 2014-2020

Nella cornice della programmazione gli stakeholder devono catalizzare i fondi strutturali all’ interno di una strategia di area identitaria sotto il profilo sociale, economico, geografico ed ambientale che delinea lo scenario di sviluppo di medio periodo rispetto alla presenza di servizi universali e allo sviluppo di cui il territorio si vuole dotare.
Ma quando parliamo di stakeholder a chi ci riferiamo? Possiamo sintetizzare il concetto dichiarando “gli stakeholder siamo noi”. E’ nostro dovere sociale trasferire e contaminare il territorio di idee e strumenti utili per definire la Strategia d’Area. Le idee devono nascere da un contesto territoriale che ha i suoi asset irripetibili da valorizzare, gli strumenti sono imposti dalla programmazione operativa e dai dispositivi della pianificazione prima ancora che finanziari. E’ compito dei policy-maker ascoltare le comunità che risiedono nei territori, è compito delle comunità dare voce alle proprie necessità, è compito di entrambi affrontare il cambiamento e le sfide.
Parliamo di aree interne, di sviluppo urbano, di inclusione sociale, capacità di innovazione delle imprese. Abbiamo bisogno di individuare all’interno della cornice dei fondi europei progettualità SMART (specifiche, misurabili, attuabili con Risultati e Tempi certi). Entrando nel vivo della materia. Prendiamo a riferimento un’ asse di intervento. Sviluppo Urbano di città nella Regione Abruzzo. Quale modello dobbiamo seguire: sviluppo urbano di un Polo, di un’area metropolitana, di un’area di cintura? Se avete chiara la risposta siamo a metà dell’opera. Partendo da alcuni punti fermi assumiamo che risiedono nel territorio regionale 4 Poli urbani. Le connotazioni strutturali, riferite ai diversi tipi di insediamenti, sono però diverse: Pescara-Chieti hanno una relazione reticolare molto più consolidata rispetto all’area L’Aquila-Teramo. Per di più l’Aquila ha altri bacini polari al suo interno, uno dei quali, quello di Sulmona, sembra più adiacente all’asse Pescara-Chieti. I 4 Poli urbani, dispongono all’interno dell’Asse 7 di un totale di 27 milioni di risorse che dovranno essere investite nella realizzazione di interventi per la smart city: mobilità urbana sostenibile (piste ciclabili, bus Eco 6, integrazione delle linee e raccordo ferro gomma, riqualificazione di aree urbane riferite a centri storici, piuttosto che a centri residenziali sociali).
Come non tenere in considerazione che il problema della mobilità sostenibile, sia per il passeggero e che per le merci, riferita ai Comuni di Chieti e Pescara non può essere distratto sui piani di mobilità dei rispettivi Comuni cerniera: Montesilvano, Città Sant’Angelo, Spoltore, Manoppello, Francavilla, San Giovanni Teatino. Ma chi è che raccorda o tesse il filo conduttore? Spontaneamente dovremmo rispondere “ i politici”. I Politici non siamo noi, ma di cosa politica, la civitas, dovremmo occuparci. Il compito degli stakeholder diventa strategico, la rappresentazione del contesto, delle variabili endogene che incidono sui flussi di traffico su una determinata strada, ad una determinata ora, può divenire l’elemento essenziale per il buon successo della strategia e quindi per il raggiungimento del risultato atteso. Quale strumento usare: uno di tipo immateriale fa riferimento al capitale sociale, la comunità, il partenariato, sia esso costituito sotto forma di GAL piuttosto che di associazione di Comuni; l’atro di tipo programmatico,  richiama le diverse forme di pianificazione quali, la Strategia D’Area, l’Investimento territoriale Integrato (ITI), i Piani di Sviluppo Locale di tipo partecipativo.  Questi strumenti intervengono all’interno della programmazione operativa dei fondi FESR e FSE, della Strategia Nazionale per le Aree Interne, del Programma di Sviluppo Rurale. Simona Romiti