QUALE FINANZA DOPO IERI? L’INGEGNERIA FINANZIARIA DELLE RETI EUROPEE

Gli strumenti di ingegneria finanziaria per i progetti finanziati con fondi europei nascono all’interno delle misure a sostegno dello sviluppo urbano sostenibile, sulle risorse comuni per le micro e piccole imprese piuttosto che per regione dei Paesi aderenti all’Unione europea dal 2004 al 2007.
In Abruzzo un esempio di successo è stata l’iniziativa Start-Up Start-Hope.
L’applicazione di tali strumenti, già nel periodo di programmazione 2007-2013, non è stata altro che l’anticamera e l’esercizio assistitio di una pratica che ha preso piede all’interno dei partenariati transnazionali costituitisi per la gestione di progetti, principalmente imperniati sulla ricerca, all’interno della programmazione tematica comunitaria.
Un fundraising evoluto che passa dalla leva finanziaria e partenariale, attraverso il grant e il network, a quello della gestione finanziaria delle azioni finanziariamente sostenibili oltre il progetto. La condivisione dei risultati tra partner e la riduzione del time to market degli stessi risultati ha spinto i portatori di interesse alla creazione delle condizioni per la gestione degli output oltre il progetto, sia che essi fossero beni intermedi, finali e/ovvero servizi.
Così dentro questa cornice, germogliano i primi fondi di investimento la cui proprietà corrisponde, con pesi specifici diversi, alla governance di partenariato del progetto.
Come si traduce tutto questo a livello locale? In un cambio di mentalità e di relazione verso le risorse comunitarie che vede nella concetrazione su priorità definite e obiettivi specifici perseguibili nel breve termine la leva da attivare.
Uno dei principi comuni della programmazione 2014-2020: l’attenzione al risultato va proprio valutato sulla scorta di una batteria di indicatori e, quindi, il trasferimento delle risorse a risultati raggiunti ci educa proprio nella direzione della sostenibilità dei progetti. Simona Romiti